desideri, parte 2
sono piacevolmente sorpreso dal fatto che la Terapia E (*) mi abbia fatto fare qualche passo avanti sulla comprensione del problema dei desideri.
per farla breve, io credo che in futuro sara’ meglio mantenermi a debita distanza dai miei desideri.
e’ inutile, l’angolo della mia mente etichettato come “desideri” sembra essere il buco nero in cui vanno a finire le mie manie, le mie frustrazioni e (perche’ no?) anche le mie finte prese di posizione.
ed e’ per questo che, puntualmente, mi scopro ad aver desiderato cose che in realta’ non mi piacciono, o che mi interessano poco.
ma tutto cio’ non e’ indolore: prima di capire questo, non mi faccio mai mancare malinconie e/o rimorsi, come se fossi veramente triste.
mi viene in mente il film Fahrenheit 451, in cui i “cattivi” bruciano i libri in quanto ritenuti dannosi per gli esseri umani. perche’? perche’ i libri favorirebbero l’insorgere dei desideri, e di conseguenza porterebbero l’uomo ad essere turbato e infelice.
in effetti, diversi anni fa, quando ho visto il film, non mi sembrava che i cattivi avessero torto.
sara’ stata l’abile dialettica usata per spiegare le proprie ragioni, ma in fin dei conti mi sembrava tutto molto razionale.
e cosi’.. forse gli unici desideri a cui devo prestare attenzione sono quelli che posso soddisfare in 5 minuti.
(*) la Terapia E (“evolutiva”) di cui si parla in questo libro.
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