desideri
tante volte ho sognato (nel senso di “fantasticato”, in realta’ non faccio quasi mai sogni erotici) di fare sesso con delle ragazze. l’ho desiderato proprio tanto.
immaginavo: mio dio, andare a letto con X sarebbe come toccare il Paradiso con un dito, e altre cose del genere.
queste cose non si sono MAI avverate. mai.
non c’e’ stata una volta che ho avuto un desiderio del genere, e questo si e’ concretizzato.
tutte le mie esperienze sono venute per caso, mentre io ero piu’ o meno fermo nella mia vita.
ogni tanto mi chiedo: ma perche’ questi desideri non si avverano?
comincio a pensare che ci sia una sorta di meccanismo di “auto-protezione”, che in realta’ ti tiene alla larga da esperienze distruttive.
forse, se veramente andassi a letto con X, le conseguenze potrebbero non essere piacevoli. magari potrei restare traumatizzato.
potrebbe finire un’amicizia (uh….)
e’ come… e’ come la questione: perche’ CAZZO non si possono coniare altri soldi, per sconfiggere la poverta’?
mi e’ stato spiegato (anche se io continuo a non capirlo) che poi verrebbero meno determinati equilibri economici…
.. e cosi’… e’ meglio che io non vada a letto con X. per il mio bene.
pero’.. spesso penso: si’.. uno potra’ anche avere uno splendido rapporto d’amicizia, le passeggiate, i discorsi, le affinita’ elettive… pero’ il succo e’:
ma lei, A CHI HA DECISO DI APRIRE LE COSCE?
quella e’ la vera magia.
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pensare e’ sempre stato oggetto di mistero, per me.
del resto e’ una cosa che non si puo’ insegnare, giusto? nessuno puo’ mettersi a sindacare sulla maniera in cui pensi. e’ un territorio intimo e segreto.
io spesso.. immagino che i miei pensieri vengano pronunciati da altre voci, voci di persone che conosco.
e, nello scegliere il “protagonista”, cambiano anche un po’ i contenuti, cio’ che decido di pensare.
molte volte credo che io stia solo recitando (avendo me stesso come unico spettatore), e che stia perdendo tempo, facendo pensieri non autentici.
ho sempre amato fantasticare sui dialoghi.
mi piacerebbe sapere come pensano gli altri.
come fanno? come fate? siete capaci di trascrivere le parole che vi siete detti quando avete deciso di lasciare il/la vostro/a ragazzo/a?
o di quando avete scelto l’universita’?
io non sarei tanto capace.. perche’ non penso in termini di “frasi”.. i pensieri mi attraversano come lampi. come quando ti viene un’intuizione.
pochi giorni ho riflettuto su una cosa: quando “mi fermo” e mi metto a riflettere, la prima cosa che mi penso e’: “sono qui”.
sono qui. nel senso sono qui, sdraiato sul letto. con gli occhi chiusi, a pancia in giu’.
e’ come se avessi il bisogno di partire da una base assolutamente certa, prima di partire con la tangente e fare innumerevoli altri pensieri.
perche’.. se il punto di partenza e’ fallace.. poi tutto quello che ci costruisci dopo non puo’ che essere un enorme macello, giusto?
questo e’ un tratto che mi porto dietro anche in altri ambiti. ad esempio, quando devo studiare qualcosa.. ho una gran voglia di partire dalla preistoria di quel qualcosa, e poi arrivare fino al punto che devo apprendere.
altri, magari, si lasciano trasportare dall’intuito, dal caso, e arrivano prima al risultato. che poi e’ quello che conta, no?
anche con i libri ho un rapporto strano.. si’, ho letto tutte e 238 le pagine. ma le ho lette veramente? magari se facessimo un confronto io e te sullo stesso libro, verrebbe fuori che la mia e’ stata una lettura imbarazzantemente superficiale.
ma… cosa cerco veramente dalla lettura dei libri? per quanto tempo un libro deve restare nella nostra memoria?
forse parto col presupposto (sbagliato?) di imparare qualcosa di piu’ sulla vita.
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