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Prefazione
..diAnna Rambelli, all’opera “Appunti di informatica libera” di Daniele Giacomini
Finito il regno della meccanica, inizia il regno dell’informatica. Voglio fare una riflessione che possa servirti da incitamento e da incoraggiamento per elevare il tuo animo, per approfondire il culto della scienza. Io intendo «la scienza» quel sapere che mai, per nessun motivo, ti porta lontano da ciò che sono i principi elementari e di base della persona e che mai vanno contro a ciò che io intendo «dignità » dell’uomo.
Il libro non vuole essere solo uno strumento meccanico. Aggiungi a tutto questo sapere il calore di un sentimento, di una comprensione che ti porti al di sopra di ogni bassa intenzione.
L’umano vivere è così semplice che di fronte all’evoluzione dell’informatica, potrebbe anche essere soffocato e imprigionato da questa enorme invenzione che proietta il tuo pensiero verso mete e orizzonti così vicine e nello stesso tempo così lontani. È cosa meravigliosa tutto questo e tu cerca di viverlo con accortezza, ma sempre con la precisa intenzione che i tuoi piedi appoggiano sulla terra. Non permettere al tuo pensiero di allontanarti troppo da questa realtà . L’informatica potrebbe prendere il sopravvento e portarti lontano dalla tua identità e dal tuo essere morale. Non permettere che questo ti nuocia procurandoti un’insensibilità e un’incapacità a dialogare con il tuo simile. Il silenzio che regna tra la tua persona e la macchina che ti sta di fronte non può diventare il silenzio della tua vita. Ricorda sempre che la comunicazione di cui hai bisogno e di cui la tua anima necessita, è non solo verbale, ma soprattutto è fatta di sentimenti e di emozioni.
Mi meraviglierei molto se tu, uomo di sapere e di sapienza, ti lasciassi andare a questi automatismi senza usare anche la tua anima. E sarei molto incredula se qualcuno mi dicesse che questo sistema di comunicare, l’informatica, ti portasse a quella schiavitù che i tuoi avi sono riusciti a debellare con il sangue e con la sofferenza. Ma questa, sappi, che sarebbe una schiavitù alla quale non potresti mai ribellarti, perché tu stesso l’hai creata, imbalsamando il tuo pensiero, la tua anima e le tue emozioni nell’involucro del tuo corpo.
La storia porta continuamente esempi di rivoluzioni nel campo delle invenzioni e delle scoperte. Anche questa si può considerare un’era nuova. Questo inizio di secolo racchiude delle innovazioni molto tecnologiche che fra qualche anno, sicuramente, avranno capovolto il modo normale del vivere. Sta sempre nell’intelligenze e nella capacità intuitiva dell’uomo usare questa rivoluzione informatica per un uso costruttivo ed equilibrato. È facile che questa nuova tecnologia possa sfociare in situazioni estremamente pericolose.
Nell’uomo è sempre presente la scintilla della ricerca e del desiderio di scoprire tecnologie o sistemi nuovi in tutti i settori, per poi migliorare sia il tenore di vita, sia l’insieme dei sistemi economici. Questo rientra nel progresso, nell’evoluzione umana. La tua attenzione per questo nuovo mezzo, deve prima portarti a fare una piccola riflessione, in modo da usarla per diminuire la tua fatica, ma nello stesso tempo per affinare le tue capacità personali; intendo con questo i tuoi principi, la tua morale e soprattutto la tua identità .
L’informatica serve per aumentare tutte le risorse a tutti i livelli, ma ha un grosso limite che tu devi considerare e di cui devi renderti conto immediatamente. Altrimenti, se ti lasci dominare e se ti lasci prendere dal fanatismo e dall’euforia di questo, rischi di inaridirti, di perdere la dignità dell’essere umano che ha una personalità , dei sentimenti e una morale. Questa è la cosa più importante, per cui ti devi impegnare a far sì che questa macchina non prenda il sopravvento sul tuo tempo e non ti faccia diventare schiavo e dipendente.
No commentsE’ bello lavorare in Micso
ci si sente protetti 🙂
2 commentsSalve, vendo proxy pop3 (volendo anche imap :P ) a prezzi modici
..proseguendo la scia di un precedente post..
$emi-bruni = Emiliano Bruni;
$emi-foto = Emiliano Verrocchio;
A quanto pare il piccolo $emi-foto (che ha aggiunto da poco nuove foto sul suo blog, andatele a vedere!) continua ad avere problemi con l’utilizzo della posta elettronica, ma non per sua colpa o sua inesperienza.
Il problema e’ che lui attualmente si trova ad Helsinki, e si connette ovviamente tramite un provider finlandese.
Il suo desiderio era continuare a controllare la propria casella di posta @libero.it tramite client (anche perche’ la webmail attuale fa decisamente cagare), in questo caso Thunderbird.
Cosa succede pero’?
Che il server pop3 di Libero non consente l’accesso da indirizzi ip di provider che non siano appunto Libero:
$ telnet pop3.libero.it 110
Trying 193.70.192.70…
Connected to pop.libero.it.
Escape character is ‘^]’.
+OK POP3 PROXY server ready (7.0.027) <[email protected]>
user arfarf@libero.it
+OK Password required
pass lollol
-ERR [AUTH] POP3 access not allowed
Connection closed by foreign host.
Come risolvere? Mi e’ venuta l’idea di installare sul mio server casalingo un proxy pop3/imap (anche ssl), Perdition.
Non avevo mai usato questo software, ne sono venuto a conoscenza tramite $emi-bruni e le conseguenze di una storica nottata in Micso………
(per la serie: “misura la tua altezza in unita’ rack!” :D)
L’implementazione e’ stata leggermente diversa, e senza dubbio piu’ semplice: mentre nel caso Quipo bisognava “convogliare” diverse autenticazioni (su ip differenti) su un unico database, io, disponendo di un solo ip 🙂 , ho semplicemente bindato Perdition su una porta non-standard, diversa dalla 110 (che uso gia’ per il MIO account di posta 😛 )
$emi-foto dunque ha modificato la configurazione del suo account, specificando come server pop3 non piu’ quello originale, ma il mio hostname (uso un dns dinamico, tramite il servizio DynDNS).
Quindi tutto cio’ che arriva qui sul mio server, e che “matcha” l’indirizzo email di $emi-foto, viene proxato verso il vero pop3 (pop3.libero.it), ovviamente apparendo col mio indirizzo ip della mia connessione, che non a caso e’ Infostrada 😛
$people = array(‘Emiliano Bruni’,’Emiliano Verrocchio’);
foreach ( $people as $nome ) { echo ‘Grazie ‘.$nome.’!<br>’; }
Ascii Art
Oggi, mosso dalla pieta’, mi sono loggato su un server (in housing) di un cliente, visto che il load arrivava puntualmente alle stelle e toccava riavviare la macchina.
Cosi’ sono entrato in /var/log, e ……
httpv://www.youtube.com/watch?v=_TH8Z50O2Ys
2 commentsMeno male che esiste..
..USENET!
Cercavo da un po’ il titolo di un videoclip; ho postato la descrizione di cio’ che ricordavo su
it.arti.musica.rock e mi hanno risposto 🙂
(message-ID: [email protected])
httpv://www.youtube.com/watch?v=_dcDPBnz3rQ
Colgo l’occasione per dire che:
– effettivamente il mio rapporto con Internet e’ iniziato proprio con i newsgroup (1999).
Papa’ frequentava gia’ diversi NG (it.discussioni.lingustica per dirne uno) e io mi ero iscritto (sempre col suo account) a it.arti.musica.strumenti.chitarra, da cui poi sono nate tante cose, diverse amicizie che continuano tutt’oggi.
– prima dei NG, avevo frequentato un po’ qualche BBS, sempre grazie a papa’. Mi ricordo che lui mi fece vedere una BBS dove si parlava di Analisi (era l’anno in cui mi ero iscritto a Ingegneria, ad Ancona).
Ricordo sfondo blu e scritte gialle 🙂 E la grammatica assolutamente curata e precisa di chi scriveva i post.
– la prima volta in vita mia che sono venuto a contatto con il concetto di “hacking” e’ stata….
mmmmm, onestamente credo che fosse a meta’ degli anni ’80 (io sono del 1978). Fecero vedere in TV un documentario. Si parlava del fatto che gli hackers potevano fare qualsiasi cosa, come ad esempio bloccare il volo degli aerei. E allora nel servizio facevano vedere la ripresa di un aereo in volo, e poi subito dopo il fermo-immagine. Ahahah che lollata!
Nello stesso servizio c’erano diverse riprese ad un tizio jeans-camicia-a-quadri-capelli-lisci-biondi-un-po’-lunghi-e-occhiali (palesemente un hacker). In una scena si vedeva questo tizio, ripreso da una telecamera, che camminava lungo una strada. Ad un certo punto si ferma di botto, e torna indietro.
Chissa’ cosa avevano voluto comunicare con cio’. Forse che aveva la mente piena di mille pensieri cospiranti. In un’altra scena lo stesso tizio sale delle scale, apre una porta coperta di adesivi, e scopare li’ dietro.
E’ chiaro che darei la vita per rivedere quel servizio.
Nel corso degli anni beh.. poi venne il Commodore 64, ma prima ancora il TRS-80. Nel giro di due giorni spero di ritrovare la foto di mio cugino blended seduto li’ davanti 🙂
Che bei ricordi il manuale del C64!! Il “libro del mago”.. Mi piaceva riscrivere i listati e cambiare qualcosa, giusto per vedere che succedeva.
Altro ricordo fondamentale era quando si andava a casa di un certo amico, con il registratore appresso (anzi il DATASSETTE) per copiare i nastri.
Ci si dava il tempo “1… 2… 3!”: lui schiacciava il tasto “PLAY”, e io “RECORD” 🙂
Impossibile non citare anche Zzap!, favolosa rivista di videogiochi.
Era bellissimo leggere le recensioni di giochi che LI’ avevano un titolo, e poi nelle riviste (che ora sarebbero super-abusive) c’erano gli stessi giochi con titoli cambiati (e italianizzati).
Beh, sono le 5 del mattino passate. E’ meglio se dormo un altro po’ prima di andare in ufficio 🙂
Concludo dicendo che:
– intorno ai 11-12 anni sono passato dalla mania del computer a quella della musica (essi’, fu all’incirca nel 1989, quando trasmisero “Woodstock, 20 anni dopo”).
Mio padre dopo qualche anno divento’ socio della Metro Olografix……. e io non ne volevo sapere!
Ogni tanto per scherzare dico a papa’: “Mi ci dovevi portare a calci in culo”, come ad esempio alla storica conferenza “L’hacker e il magistrato” (1996?).
Insomma, che io ricordi le cose sono riprese appunto con i newsgroup.
E poi, in un giorno importante, mentre ero su IRC (canale #iamsc, quello relativo a it.arti.musica.strumenti.chitarra), entro’ un nick: Ratiug (“guitar” scritto al contrario, come disse lui).
Lui disse: “E’ fatta….. ho fatto la pazzia”. E io: “Cosa..?”
“Sono collegato da casa ad un server dell’universita’ .. e da li’ su IRC”
La cosa mi affascino’; quando gli chiesi qualcosa in piu’, lui mi consiglio’ di leggere due e-zine:
Newbies e Netrunners. Poi lessi la famosa “Guida all’hacking di Lord Shinva” (che ho stampato e che conservo ancora), BFi, e altro.
La prima distro Linux che misi fu Madrake (8.1). Dopo qualche tempo lo Smilzo mi consiglio’ di mettere un server casalingo, e di usare Debian (3.1). E’ li’ che nacque katy. Conservo ancora un file di testo “smilzo.txt” che recita testualmente
sugo@katy-NG:~$ cat smilzo.txt
patcha il sistema
🙂
Il resto e’ storia :*****
12 commentsI love my ISP
🙂
3 commentsL’amore di un padre verso il figlio
Da qualche giorno papa’ mi ha visto armeggiare in queste condizioni..
.. con l’antenna wifi che poggia per meta’ su una scarpa da tennis e per l’altra sulla scatola di una medicina.
Oggi sono tornato a casa e mi ha fatto trovare questo:
..tutta un’altra cosa! 😀
E ora diamoci da fare 😉
Grazie papa’ :* :* :*
8 commentsNeuromancer
Il mio rapporto con la lettura e’ ricominciato da qualche mese (dopo un silenzio di anni, credo), quando ho sentito dentro di me l’obbligo di leggere almeno Neuromante di William Gibson.
Il romanzo ha generato in me un senso di delusione centrifugo; improvvisamente ho preso coscienza di come molti film (che io ritenevo originali) si siano ispirati fin troppo pesantemente a Neuromante, diminuendo cosi’ il loro fascino:
per citarne alcuni.
Prima di affrontare la lettura del libro, sapevo ovviamente che si trattava di un romanzo cult, vincitore di numerosissimi premi.
E io, come se avessi dimenticato che anche i libri possono dare forti emozioni, mi chiedevo: “Ma.. cosa avra’ mai potuto scrivere W. Gibson per vincere tutti quei premi? Quali parole? Quali idee? Quali descrizioni??”
…dopo 2 pagine avevo gia’ la risposta:
“Case aveva ventiquattro anni. A ventidue era stato un cowboy, un pirata del software, uno dei piu’ bravi dello Sprawl. Era stato addestrato dai migliori in assoluto, da McCoy Pauley e Bobby Quine, leggende del mestiere.
Aveva operato in un trip quasi permanente di adrenalina, un sottoprodotto della giovinezza e dell’efficienza, collegato a un deck da cyberspazio modificato che proiettava la sua coscienza disincarnata in un’allucinazione consensuale: la matrice. Ladro, aveva lavorato per altri ladri piu’ ricchi, che gli avevano fornito l’insolito software per penetrare le brillanti difese innalzate dalle reti delle multinazionali, per aprirsi un varco in banche-dati pressoche’ sterminate.
Aveva commesso l’errore classico, quello che aveva giurato di non commettere mai. Aveva rubato ai suoi principali. Aveva tenuto qualcosa per se’ tentando di piazzarlo attraverso un ricettatore ad Amsterdam. Non sapeva ancora bene come l’avessero scoperto, non che adesso avesse importanza. Si era aspettato di morire, allora, ma loro si erano limitati a sorridere. Naturalmente gli avevano detto che era il benvenuto… benvenuto a farsi i soldi. E ne avrebbe avuto bisogno. Perche’, sempre sorridendo, si sarebbero assicurati che non fosse piu’ stato in grado di lavorare.
Gli avevano danneggiato il sistema nervoso con una micotossina russa risalente ai tempi della guerra.
Legato a un letto di un albergo di Memphis, con il suo talento che veniva bruciato micron dopo micron, era rimasto in preda alle allucinazioni per trenta ore.
Il danno si rivelo’ microscopico, sottile, e completo.
Per Case, che era vissuto per l’euforia incorporea del cyberspazio, fu la Caduta. Nei bar che aveva frequentato come il numero uno fra i cowboy, l’atteggiamento dell’élite comportava un certo passivo disprezzo per la carne. Il corpo era la carne. Case era caduto nella prigione della propria carne.
……………
In Giappone, lo aveva saputo con assoluta certezza, avrebbe trovato la sua cura. A Chiba. O in una clinica legale, o nel sottobosco della medicina abusiva. Sinonimo d’innesti, giunzioni nervose e microbionica, Chiba era un magnete per le sottoculture tecno-criminali dello Sprawl.
A Chiba aveva visto svanire in due mesi di consulti e di esami i suoi nuovi yen. Gli uomini delle cliniche clandestine, la sua ultima speranza, avevano ammirato l’abilita’ con cui l’avevano menomato, poi avevano scosso lentamente la testa”
…alcune parti del libro rimangono per me ancora un mistero. Con tutto lo sforzo e la fantasia, proprio non sono riuscito a raffigurarmi cio’ che ha descritto Gibson – ma e’ stato cosi’ anche per prometheo, quindi mi sento consolato (invidio prometheo: la sua decoder ha letto e riletto Neuromante. Che uomo fortunato!).
2 commentsSalve, vendo relay a prezzi modici.
Ciao cari.
Il mio caro conoscente Emiliano Verrocchio e’ attualmente in Finlandia.
.. si e’ portato dietro tutto il computer (fisso) e a quanto pare, nell’appartamento dove vive ora, ha persino la connettivita’ .
Tuttavia non riesce piu’ a spedire posta (qui in Italia usava un’ADSL Libero, just like me).
Figuriamoci se mail.libero.it poteva consertire il relay da parte di un indirizzo ip finnico.
inetnum: 80.221.0.0 – 80.221.255.255
netname: SONERA-FINLAND-BBNET
descr: Broadband access pool
descr: TeliaSonera Finland Oyj
country: FI
admin-c: HP7172-RIPE
tech-c: SIH3-RIPE
status: ASSIGNED PA
..allora ho proposto a Emi: perche’ non usi il mio server come smtp?
Lipperli’ avevo pensato di aprire tutta la /16 al relay, ma poi ho scelto una via piu’ raffinata: smtp + autenticazione (tls ONLY).
Si e’ posto un problema: Emi non riusciva a telnettarsi verso il mio server sulla porta 25.
(a parte il fatto che Vista di merda non ha il telnet abilitato di default, vabe’..)
Pensavo/speravo che potesse dipendere da un firewall sul suo pc, invece no:
e’ proprio il suo provider che ostacola quella connessione.
Ho pensato: “sarebbe bello bindare postfix su un’altra porta”… ma anche no!
iptables -t nat -A PREROUTING -p tcp –dport 26 –j DNAT –to 192.168.1.3:25
Fantastico. La porta 26 come era facile pensare non era stata posta sotto la giurisdizione del provider finnico 😛
e cosi’.. vai Emi! Da oggi puoi usare il mio smtp ovunque tu sia!
7 commentscerchiamo di capire insieme perche’ MYSPACE = MERDA
odio myspace.
fa cagare, non funziona un cazzo, MOLTO PEGGIO dell’open source.
non mi pare inoltre che questi ricchionazzi abbiano tutta la connettivita’ di cui hanno bisogno per sorreggere un gigante del genere (un gigante di merda, chiaro).
ma questo e’ il male minore. il male peggiore sono gli utenti, gli utenti stuzzicati dalla gran voglia di merda, e che pertanto si recano in un sito di merda per contribuire con la loro piccola merda di corredo.
video sucati da youtube, immagini hostate su quell’altra merda di imageshack, slideshow, mp3… ovviamente tutto frullato insieme in un bel frappe’ al gusto di SPRECO.
qualche esempio?
benissimo, vediamo un po’ di mettere alla berlina alcune myspace DIMMERDA che mi fanno crashare il browser per il solo fatto di aver OSATO aprire il loro myspace
#1Â
http://www.myspace.com/bucky_kath
#2
http://www.myspace.com/mojavegringo
…e cronometrate il tempo che impiega il vostro computer a diventare un VIC20
per stasera basta.
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