jam
secondo me, per le edizioni future, non andrebbero mischiate persone con strumenti elettrici con persone con strumenti acustici
parlo a ruota libera.
ieri avevo forse più bisogno di suonare “io” che di accompagnare.
ma mentre accompagnavo, ho fatto dei paragoni.
mi è sembrato che.. fosse una metafora della vita, quasi.
in cui devi, a volte, supportare gli amici. fare quasi l’operaio di qualcosa (l’operaio-amico, l’operaio-accompagnatore, l’operaio-prestasoldi, l’operaio-autista, …)
ci trovavo un senso di “missione”.
poi però ho dovuto interrompere.
non mi stava piacendo.
sentivo che c’erano note stonate. ma proprio stonate tecnicamente. tra me, gli altri.. forse ero anche un po’ stanco.
e c’era pure qualcuno a cui puzzavano i piedi
e anche questa è una metafora della vita.
ecco quello che faccio, abitualmente, davanti al confronto con la vita :))
rimando, rinuncio. mi metto a guardare.
mi metto ad essere spettatore
ma è così male aspettare il momento giusto per affrontare determinate cose? magari aspettare il momento in cui ti senti non-depresso e invece pieno di vita?
mi resta un ricordo.. proprio per tutte queste cose che ho scritto, mi resta un ricordo di ieri.
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