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11 maggio 2004 - Cronache dal futuro






La previsione di Ben Bagdikian che viene spesso citata dal libro The Media Monopoly (Beacon Press, Boston 1983) è che alla fi-ne del secolo "cinque/dieci giganti aziendali controlleranno la
maggior parte dei più importanti editori di periodici, libri, televisione, produttori cinematografici, discografici, di videocassette del
mondo". Questi nuovi signori dei media possiedono il potere immenso di determinare quali informazioni vanno distribuite, e temo che non incoraggerebbero proprio le loro reti private a diffondere tutti i tipi di informazioni fatte circolare da cittadini liberi e da organizzazioni non governative. La soluzione militante è l’uso della telematica per creare reti informative planetarie alternative.

Howard Rheingold, 1994

Cyberfavola
Negli Archivi del Futuro abbiamo rintracciato il libro di Emilio Vede La mia vita al servizio del Grande Fratello, un interessante documento storico utile a interpretare il nostro presente. Ne proponiamo uno stralcio significativo.

Quel modem così pericoloso ...
"... E venne il giorno del Grande Fratello, anche se con dieci anni di ritardo rispetto alle previsioni. Era il 1994. Intervennero le Guardie e i computer furono spenti uno dopo l’altro. Il giocoso villaggio globale divenne cupo e triste. Tutti pensavano: perché fanno questo? Che ci succederà? Il ragazzo osservava irrigidito le Guardie che avevano fatto irruzione in casa. Rovistavano nei cassetti, in tutti gli angoli della casa e finalmente trovarono il ‘modem’, un pericoloso apparecchio per la comunicazione telematica delle idee non autorizzate dal Grande Fratello. La madre piangeva: ‘Mio figlio è un bravo ragazzo, non ha fatto nulla di male!’. Ma le Guardie continuavano silenziose e implacabili a perquisire e requisirono tutto: computer, modem, dischetti, stampante, spine, spinotti e prolunghe. Imballavano e sigillavano tutto in grandi scatoloni di cartone marrone: ‘Dobbiamo sequestrare il materiale, ci dispiace ma è un ordine.’ Con fredda cortesia si congedarono dalla signora in lacrime, sfinita. Una Guardia le si avvicinò, le prese una mano per rassicurarla, ma il Capo troncò di netto: ‘Presto, presto, abbiamo altre perquisizioni da fare!’. E così tutto fu portato via. Persino la stampante. Il Capo ritenne potesse essere – seppur lasciata lì da sola – un pericoloso strumento di propagazione del crimine. E il ragazzo? Gli fu lasciato un foglio: un avviso di garanzia. La guardia che aveva appena imballato il computer tirò fuori l’alcol e si disinfettò le dita, borbottando a mezza voce: ‘Con i virus... meglio essere prudenti...’

Individui dediti a una sfrenata libertà...
Tanti giovani, dottori, impiegati, operai, studenti, subirono simili perquisizioni e furono loro sequestrate le attrezzature con cui erano soliti comunicare i loro pensieri non autorizzati dal Grande Fratello. La lezione fu salutare e il popolo telematico stramazzò ai nostri piedi. Il popolo era arrivato a fare con i computer cose inge-gnosissime quanto perniciose: li collegava l’uno all’altro di notte con il modem, nelle ore in cui la bolletta costava meno, e si scam-biava tante informazioni, tutte sistematicamente non controllate dal Grande Fratello. Il popolo telematico aveva creato i ‘BBS’ (Bul-letin Board System), veri e propri strumenti di esplosione dell’indipendenza comunicativa in un’epoca in cui il Grande Fratello era riuscito a concentrare finalmente nelle sue mani i mezzi di comunicazione. I BBS traboccavano di messaggi, aumentavano di mese in mese. Li animavano individui dediti a una sfrenata libertà, nell’illusione che l’indipendenza del proprio pensiero fosse un bene per la società. Già a quei tempi la società civile si stava attivando con i rudimentali e semplici computer di allora per organizzare l’autogestione della propria vita: creava programmi utilissimi che non costavano nulla e che si diffondevano in un baleno, si scambiava informazioni di tutti i tipi: sulla scuola, la solidarietà, l’handicap, i diritti umani... La più grande di queste reti – chiamata FidoNet – non accettava per statuto la pubblicità. Una vera anomalia, insomma. C’era persino una pericolosissima rete che parlava di pacifismo e che ancora adesso crea uno scompiglio del demonio... Il popolo aveva cioè capito – già allora – che per fare libera informazione non era necessario creare un giornale: si poteva realizzare un collegamento telematico con quattro soldi, ottenendo notizie fresche in tempo reale, per di più non provenienti dal Grande Fratello.
Uccidete la telematica!
Il Grande Fratello – che sempre si sforzava di apparire con il sorriso smagliante, la fronte spaziosa e le sue bellissime orecchie – a volte diventava triste e chiedeva allo specchio: ‘Specchio delle mie brame chi è il più potente del reame?’ Lo specchio allora gli rispondeva: ‘Sei tu, o mio signore, ma attento: c’è una bambina che sta crescendo sempre più amata e bella: la giovane Telematica!’ ‘Arghh! Dobbiamo ucciderla!!!!’ ‘Mio signore, non c’è bisogno di sporcarsi le mani: posso darle un consiglio legale? ...’ E il consiglio venne sus-surrato con sapiente astuzia. Fu così che altre decine di BBS – quelle odiosissime banche dati – furono perquisite. E altre ancora, a catena, caddero sotto i colpi dei sospetti investigativi, rivelatisi infondati, ma che furono sufficienti per bloccare i BBS un giorno su due. Poco tempo dopo, tra l’indifferenza dell’opinione pubblica e di tanti giornalisti nostri amici, centinaia di BBS furono chiusi a causa di una legge che il Grande Fratello aveva voluto: ogni BBS doveva avere un giornalista responsabile e pagare una tassa di iscrizione – all’apposito Albo dei BBS – di 100 milioni. Qualcuno pensò: il fascismo.

Cretini perditempo ...
Ma non ci furono pestaggi, non corse un solo rivolo di sangue, qualche lacrima sì, tante imprecazioni. Poi il silenzio. Il vecchio fascismo bruciava le sedi dei giornali, ammaccava le teste che non volevano capire. Al termine di quel radioso 1994, invece, tutto avvenne a norma di legge. Infatti la legge sui BBS finalmente esi-steva e aveva messo fuorilegge tutti i BBS liberi e le Guardie e i loro Capi avevano carta bianca e potevano bloccare tutto a tempo in-determinato. A essere bastonati dal garbo implacabile delle Guar-die erano i ‘sysop’ (system operator) indipendenti, ossia quei creti-ni perditempo che buttavano il loro denaro per mettere a disposizione degli altri il proprio BBS. Le Guardie: ‘Vi sequestriamo tutto perché i pirati del software si collegano ai vostri BBS’. Sysop: ‘E che ci possiamo fare se si collegano i pirati? Noi mica diffondiamo il loro software illegale. Tutto quello che abbiamo sul BBS è di pub-blico dominio, si può duplicare per esplicito permesso degli auto-ri.’ Le Guardie: ‘Ma con i vostri BBS i pirati possono fare torbidi scambi, possono inviare a un altro malintenzionato un messaggio criminale e voi lo consentite con il vostro mezzo. Dunque siete responsabili e criminali anche voi!’ Sysop: ‘E se la mafia usa i telefoni per gli attentati voi arrestate quelli della SIP?!?’ Si parlava dell’allora Grande Sorella SIP, divenuta poi Telecom. Interminabili discussioni. Ma alla fine avevano ragione sempre loro: le Guardie. La legge aveva un ‘buco’ proprio lì e neppure un articolo difendeva i sysop.

E gettarono la spugna ...
Il Grande Fratello, nel frattempo, giunto non solo in Parlamento ma anche al vertice del governo, aveva intenzione di fare una modifica anche alla Costituzione perché i cittadini – senza esercitare fastidiosi e arcaici diritti di espressione diretta del pensiero – avessero finalmente la libertà di scegliere, senza limitazione alcuna, fra i suoi innumerevoli telegiornali e programmi, senza altre inutili ed eretiche ridondanze informative. ‘Meglio star zitti e non protestare,’ dicevano alcuni sysop ‘forse con qualche amicizia potremo riavere subito indietro la nostra roba.’ Infatti le guardie avevano sequestrato tutto e alcuni, che usavano i computer come programmatori, non potevano più lavorare perché non disponevano del loro strumento professionale: il computer. Alcuni avevano nella memoria del calcolatore il frutto del lavoro di mesi: tutto sequestrato, lavoro bloccato, clienti incavolati, distrutta l’azienda. ‘Mai più sysop!’ imprecarono alcuni. Vi fu chi ricevette indietro il computer dopo mesi di estenuante attesa, chi dopo anni. Dissero tra sé e sé amaramente in tanti: solo danni, nessuna garanzia. E gettarono la spugna anche i pochi che avevano tentato di sopravvivere – alla luce del sole – al nuovo fascismo elettronico. Uno dopo l’altro i BBS chiusero. Tristezza, nostalgia, qualche lacrima.
Il Grande Fratello intanto stava preparando un’abile mossa e contava di fare un trionfale sbarco sul pianeta telematico. ‘Signori,’ disse ai sysop ‘le recenti perquisizioni vi hanno tolto tutti i computer, e me ne dispiace. Vedremo di accordarci. Ma mi rivolgo a voi e vi chiedo: perché questi vostri BBS non accettano la mia pubblicità? Potreste farvi qualche soldino se farete parte del mio impero. Io vi passerò le informazioni, che costano tanto: ve le darò gratis e di ottimo livello professionale, alzeremo l’audience con un po’ di giochi a premi e quiz pubblicitari.’ Alcuni aderirono alle sue lusinghe, alcuni appiccicarono sul computer il suo stemmino: ‘Forza Grande Fratello!’ Collaborarono all’edificazione del nuovo impero telematico del Grande Fratello, con spot pubblicitari ogni 10 minuti di connessione telematica.

Partigiani telematici
Ma vi fu un gruppo di estremisti della libertà che organizzarono un’odiosa quanto pericolosa resistenza nonviolenta, formando un movimento di ‘partigiani telematici’. Costoro – dediti a ogni più sfrenato vizio del pensiero indipendente – continuavano a trasmettere messaggi telematici come ‘obiezione di coscienza’, violando la legge e trovando ogni cavillo giuridico per averla vinta; si appellavano all’art. 21 di una vecchia cartaccia – la Costituzione Italiana – passata nell’oblio e rifatta dal Grande Fratello per renderla più moderna e consona ai bisogni delle aziende, delle sue ovviamente. Questi estremisti avevano escogitato un piano a dir poco dia-bolico: utilizzavano un apparecchietto elettronico, grande quanto un’accendino, che conteneva tutto l’archivio telematico della rete e tutti i messaggi: un’intera biblioteca. Ma la repressione si fece sempre più dura: scarseggiarono i computer e i ‘partigiani telematici’ dovettero nascondere le proprie malefiche apparecchiature nelle cantine, negli sgabuzzini, nelle soffitte. Una vera e propria guerriglia si scatenò: computer portatili sparavano messaggi telematici che si diffondevano nel mondo intero, ed era un problema requisirli tutti.

Col portatile sotto il cuscino
C’era chi si addormentava con il portatile sotto il cuscino e in caso di perquisizioni notturne lo nascondeva nella culla del bambino, c’era chi – più ardito – arrivava a ficcarlo nello sciacquone del water, dentro un sacchetto di plastica. Furono tempi duri per il nostro caro Grande Fratello. I ‘partigiani telematici’ ne sapevano una più del diavolo e arrivarono a costruire un BBS di 50 grammi, con una memoria sterminata e con telefonino digitale incorporato. Una vera stazione sovversiva ambulante – con 100 linee telefoniche – imprendibile e dal devastante uso sociale. Si scopriva allora che migliaia di notizie il Grande Fratello non le passava e si potevano trovare solo usando la telematica. Bella scoperta: ma cosa ci si aspettava dal Grande Fratello? La gente non è ancora pronta a usare la verità con prudenza e buon senso. Allora il Grande Fratello lanciò una massiccia offensiva e additò al pubblico ludibrio i ‘partigiani telematici’. Ma il popolo reagì agli appelli imperiosi con perversa curiosità e tanti si comprarono i nuovi computer 3 al prezzo di 2 con modem satellitari che il Grande Fratello vendeva in promozione proprio in quelle settimane: e – venendo a sapere dal Grande Fratello stesso dell’esistenza dei ‘partigiani telematici’ – si collegarono con loro clandestinamente.
Il popolo stava cambiando e il Grande Fratello lo aveva capito. Una ruga profonda gli era apparsa, verticale sulla fronte spaziosa: era la Ruga della Sconfitta. Un odioso referendum gli aveva infatti tolto il monopolio sulla TV e ora cominciava a vacillare anche quello sulla telematica. Vennero poi le elezioni e la Ruga della Sconfitta segnò il viso sempre più stanco e meno sorridente dell’amato Grande Fratello. Arrivò anche una condanna: non eravamo riusciti a togliere di mezzo alcuni giudici fra i più rompipalle. E allora i partigiani telematici decisero che era arrivata l’ora di uscire dalla clandestinità. Come i vecchi antifascisti del ’45, il 25 aprile del 2000 entrarono nelle città liberate, con i computer portatili in mano, distribuendo minidischetti sovversivi a destra e a sinistra. Appesi ai jeans avevano batterie solari ricaricabili: erano le loro munizioni, come amavano dire. Tra tali individui trovavi persone di tutti i tipi e di tutte le fedi politiche, c’erano anche seguaci della prima ora del Grande Fratello. Ma il fascismo elettronico aveva infierito per troppi anni e ora erano lì – tutti sorridenti – ad aspettare le Guardie. Mille Guardie Scelte furono lanciate contro i partigiani telematici, il Grande Fratello ordinò: ‘Distruggete i loro portatili, bruciate i dischetti, anche il BBS centrale satellitare portatile da 100 linee!!!’

Calpestavano il tappeto umano
I partigiani telematici erano in piazza e avevano intorno una marea di gente che faceva scudo con il proprio corpo. Partirono messaggi di aiuto verso tutto il mondo e arrivarono poco dopo attestati di solidarietà da tutto il Pianeta. I principali quotidiani mondiali fu-rono avvisati di quanto stava accadendo e avevano predisposto un pezzo sull’evento, più o meno con questo titolo: ‘Il fascismo elettronico sfidato dai manifestanti telematici in piazza’. Intanto le Guardie si avvicinavano inesorabili, dovettero calpestare il tappeto umano che si era steso nel frattempo attorno ai partigiani. Camminarono su mani, dorsi, braccia e gambe e più avanzavano più capivano che stavano agendo contro i loro figli che – a decine – facevano parte del tappeto umano e gridavano: ‘Papà, non farlo!’ Le Guardie arrivarono ai partigiani; lì fermi per un minuto si guardarono negli occhi.


Fummo trafitti dai messaggi elettronici
Arrivò in quel momento un messaggio di posta elettronica: ‘Il magistrato Vorrelli emette un mandato di cattura nei confronti del Grande Fratello.’ L’annuncio suscitò un senso di liberazione generale. Le Guardie furono sopraffatte dalla festosità popolare, molte di loro fraternizzarono con i partigiani. Fu l’inizio della fine per noi seguaci del Grande Fratello. Nell’anno Duemila fummo trafitti da messaggi di posta elettronica sparati da più direzioni. I partigiani telematici, purtroppo, avevano vinto."

Emilio Vede, 11 maggio 2004.

La scrittura di questa "cyberfavola" inizia nel maggio del 1994, ad opera di Alessandro Marescotti, allora portavoce della rete Peace-Link, in coincidenza con l’Italian crackdown, la catena di sequestri che colpì decine di BBS italiane a partire dall’11 maggio. Mentre la favola era in fase di completamento lo scenario che descriveva appare sempre più reale, e la favola elettronica diventa "profezia": il 3 giugno 1994 la Guardia di Finanza fa irruzione nella casa di Giovanni Pugliese, coordinatore e responsabile della rete telematica PeaceLink, sequestrando il computer centrale della rete. Ma andiamo per ordine.



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Copyright © 1999 Carlo Gubitosa