CONFERENZA STAMPA
Venerdì23 aprile 1999 - ore 10.00
c/o Caritas Albania, Rruga don Bosko, Tirana

La "costellazione" Caritas dell'accoglienza

Gli interventi della Caritas albanese per la promozione umana, i numeri dell'assistenza ad oltre 16.000 profughi del Kosovo, la presenza e la collaborazione della Caritas italiana e delle altre Caritas impegnate nell'accoglienza dei rifugiati sono illustrati alla stampa da:

l'Arcivescovo Mons. Rrok Mirdita presidente della Caritas Albania
Don Segundo Tejado direttore della Caritas Albania
Silvio Tessari Caritas Italiana
Per informazioni: Ufficio stampa Caritas, tel. 038-2027986

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EMERGENZA KOSOVO 1999
CONFERENZA STAMPA: LA "COSTELLAZIONE" CARITAS DELL'ACCOGLIENZA -
Tirana, 23 aprile 1999

La Caritas italiana per la CRISI KOSOVO

Il programma Crisi del Kosovo si inserisce all'interno dell'attività complessiva della Caritas Italiana nell'area dei balcani che vede programmi in corso in Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Federazione Jugoslava Serbo-Montenegrina, Macedonia e Albania.

ALBANIA

La crisi nella regione del Kosovo, iniziata nella sua parte violenta a partire dal Febbraio/Marzo 1998 ha costretto la Caritas Albania a richiedere a Caritas Italiana un supplemento di aiuto a partire dall'agosto scorso. Caritas Italiana ha risposto mettendo a disposizione contributi finanziari ed operatori. Con tale rafforzamento Caritas Albania ha potuto aprire a Scutari un centro di accoglienza, Arre & Madhe, e dare sostegno a tutte le Caritas diocesane e realtà parrocchiali che accoglievano profughi nel suo territorio.

Lo scoppio della guerra (il 24 marzo 1999) ha costretto la Caritas Albania a rivedere totalmente tutta la sua programmazione che, pur mantenendo validi gli obiettivi anche per i diversi settori d'intervento già avviati, ha richiesto un immediato potenziamento del "settore emergenza".

Mezzi economici e apposite risorse umane sono stati richiesti da Caritas Albania alla Caritas Italiana e alla Rete di Caritas Internationalis tramite apposito appello (SOA), per il quale Caritas Italiana riveste un ruolo di collegamento e orientamento delle Caritas nazionali del mondo.

La filosofia di intervento negli aiuti:

La logica di intervento è basata sull'aiuto mirato alle persone laddove si trovano e laddove riescono a trovare rifugio, non necessariamente in "campi" organizzati. Si adotta il concetto di Aree di Accoglienza nelle quali si attivano tutte le iniziative secondo le necessità e secondo le possibilità degli operatori della Chiesa locale.

La precarietà delle situazioni, delle presenze dei profughi fa prediligere l'intervento il più flessibile possibile per essere pronti a identificare nuove necessità secondo il variare delle condizioni e del numero dei profughi.

C'è la necessità di pensare a tempi lunghi, ad una presenza Caritas che dall'aiuto d'urgenza attuale passi ad un sostegno e un accompagnamento nella vita quotidiana dei profughi fino all'auspicabile rientro.

Operativamente:

Invii di beni: la Caritas Italiana ha ribadito la linea di non procedere a raccolte ed invio di beni in forma disordinata, ma di procedere solo ad assemblare, materiali effettivamente richiesti dall'Albania. La Caritas Italiana è stata ed è in grado di fornire indicazioni precise.

Tra il 1 e il 22 aprile sono stati inviati alla Caritas Albania 60 carichi di aiuti (generi alimentari, detergenti, cibo per bambini, biancheria intima, materassi e coperte, ecc.) per un valore complessivo di 2 miliardi di lire.

Per quanto riguarda i medicinali, vista la delicatezza del prodotto, la Caritas Italiana sta provvedendo all'acquisto e invio di quanto di volta in volta richiesto da Caritas Albania che è in grado di utilizzare, senza sprechi, i medicinali grazie alla sua rete di centri sanitari gestiti dalle congregazioni. Caritas Italiana può offrire alle diocesi interessate la lista dei medicinali in acquisto e il loro valore, così da rendere mirata
la raccolta fondi.

Per quanto riguarda la possibilità di sviluppo di gemellaggi 43 realtà diocesane italiana hanno già inviato aiuti e sono disponibili a coordinarsi su progetti.

La Conferenza episcopale italiana (CEI) ha inoltre stanziato altri 2 miliardi di lire per aiuti da inviare attraverso la Caritas.

MACEDONIA

La Caritas Italiana è vicina alla Chiesa della Federazione, con azioni concrete, a partire dal 1996, focalizzandosi su progetti di riabilitazione in favore delle minoranze etniche.

Rispetto alla crisi attuale il tipo di intervento di Caritas Italiana è in fase di studio, si sta comunque supportando il programma di aiuto d'urgenza ai rifugiati del Kosovo predisposto dalla Caritas Macedonia e dal Catholic Relief Service degli Stati Uniti, lanciato tramite Caritas Internationalis.

FEDERAZIONE JUGOSLAVA SERBO-MONTENEGRINA

La Caritas Italiana è vicina alla Chiesa della Federazione, con azioni concrete, a partire dal 1991 con invio di aiuti d'urgenza, supporto a progetti di riabilitazione e sviluppo implementati dalla Caritas Jugoslavia, tramite le Caritas diocesane, in particolare in favore degli anziani e dei malati di mente. Tutti i progetti sono stati implementati in tutte le aree della Federazione: Voivodina, Serbia, Kosovo e Montenegro.

Operativamente:

Si è fornito un contributo finanziario all'appello della Caritas Jugoslavia tramite Caritas Internationalis per un programma di aiuto d'urgenza agli sfollati kosovari in Montenegro. Il programma è direttamente gestito dalla Caritas diocesana di Bar coadiuvata dalla Caritas Jugoslavia.

Quello che era il progetto di assistenza domiciliare agli anziani in diverse città si è trasformato in aiuto d'urgenza mirato alla popolazione anziana.

Sono in fase di studio interventi a favore degli sfollati in Serbia da realizzarsi con la Caritas Jugoslavia.

Caritas Italiana sta allestendo, anche in collaborazione con alcune Caritas diocesane, spedizioni di beni di prima necessità in tutte le regioni della Federazione.

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L'impegno della Caritas Italiana in Albania

La Caritas Italiana é presente in Albania dal 1991 sostenendo e accompagnando l'azione della Caritas Albanese.

Questo impegno si é concretizzato in azioni dirette (anche attraverso la progettazione e la realizzazione di iniziative Echo finanziate dalla Comunità Europea), gemellaggi tra diocesi italiane e albanesi, aiuti logistici ed economici alla Caritas Albanese.

Data la vicinanza geografica tra i due paesi, durante il susseguirsi delle crisi che hanno attraversato l'Albania, la Caritas italiana é stata particolarmente coinvolto nell'aiuto alla sua sorella albanese, ed é diventata "liason agency" (agenzia di collegamento) per il network delle diverse Caritas nazionali che hanno operato in questi anni nel paese.

Ma la vicinanza si é tradotta anche in interventi di interventi di singole realtà della chiesa italiana (parrocchie, gruppi, Caritas locali).

Rapporti solidali e gemellaggi hanno sviluppato una molteplicità di iniziative progetti (quali programmi di formazione e aggiornamento per gli insegnanti in interi distretti o l'apertura di scuole per logopedisti e fisioterapisti o gli scambi tra gruppi giovanili) che, per la grande varietà, é difficile quantificare.

Lo stile che ha caratterizzato l'insieme delle azioni é stato ed é ancora oggi in questo difficile momento con la guerra nel Kosovo e l'arrivo delle migliaia di profughi in Albania, quello della condivisione e del cammino comune, intervenendo sempre con azioni concordate e progettate insieme.

Progetto Echo sanità

Iniziato nel maggio 1998 e terminato nel novembre 1998.

Il progetto ha operato in diversi centri sanitari già presenti in Albania con la ristrutturazione dei reparti maternità, l'invio di apparecchiature (incubatrici, sterilizzatori, umidificatori, ecc.), l'invio di medicinali e materiale sanitario.

Per quanto riguarda in particolare la ristrutturazione dei reparti maternità sono stati realizzati interventi a Bajeram Curri (Tropoje), Rreshen (Mirdita), Shijak (Durazzo)e Manza (Durazzo), proprio durante la prima fase dell'emergenza profughi.

Inoltre sono stati realizzati corsi di formazione professionale per il personale sanitario con la collaborazione dei medici della "Maternità 2" di Tirana .

Progetti Echo minori

Il primo é stato iniziato nel maggio 1998 e finito nel novembre '98, il secondo é iniziato nel marzo 1999 e la fine é prevista per l'agosto 1999, con una continuità dell'intervento. Si tratta di due progetti di socializzazione per minori dai 3 ai 14 anni.

Su tutto il territorio dell'Albania, con la collaborazione della rete della chiesa locale, sono state realizzate iniziative con 35 gruppi di minori coinvolgendo complessivamente circa 800 bambini e bambine.

I progetti realizzano attività di doposcuola, animazione garantendo anche un pasto al giorno. In alcune località vengono realizzate attività con minori disabili.

La Caritas Albania nell'emergenza profughi

L'Albania conosce i primi arrivi di profughi dal Kosovo a partire dal giugno 1998. In meno di due mesi 18mila persone fuggono dai villaggi della fascia di confine in cui le forze di sicurezza serbe stavano facendo terra bruciata: per la prima volta dal '91 il Paese si trova ad accogliere dei profughi.

La Caritas imposta da subito la sua azione di soccorso ai profughi orientandola alla promozione umana e allo sviluppo locale, tenendo quindi conto anche delle esigenze della poverissima popolazione albanese che si trova a "ricevere" i profughi.

Le espressioni più visibili dell'accoglienza dei profughi nel '98 sono a Fierze, dove le suore francescane ospitano 150 persone in una zona con forti problemi di sicurezza, e a Scutari, dove nell'agosto 98 viene inaugurato il primo centro di accoglienza per profughi particolarmente vulnerabili. Il centro di "Arra e Madhe" (un edificio per 300 persone, ristrutturato appositamente) rimane per molti mesi l'unica struttura in tutta l'Albania specificamente creata per l'accoglienza dei profughi.

Inoltre, i 42 ambulatori Caritas, presenti su tutto il territorio a partire dal 1992, estendono il loro servizio ai profughi del Kosovo.

Alla fine di marzo '99, le forze di sicurezza serbe scatenano la pulizia etnica di massa in Kosovo. Fedele alla sua presenza accanto alla gente, la Caritas albanese e i più di 200 missionari si mobilitano insieme alle comunità cristiane locali, per il soccorso dei profughi.

Attraverso l'ospitalità diretta, la gestione di centri di accoglienza in edifici pubblici, il sostegno diretto alle famiglie ospitanti, sono ormai più di 15mila i rifugiati che ricevono aiuto in modo diretto e continuativo.

Inoltre, sono almeno altri 15mila i rifugiati che ricevono da Caritas un sostegno attraverso la distribuzione di cibo e altri beni, l'assistenza sanitaria negli ambulatori, il miglioramento degli alloggi fatiscenti in cui si trovano.

Si forma così una "costellazione" di almeno 50 "aree di accoglienza" che vanno dalla casa parrocchiale o il convitto messi totalmente a disposizione dei rifugiati, a palestre, cinema, vecchi magazzini statali in cui religiosi e volontari portano cibo, coperte, medicinali e calore umano.

Nell'area nevralgica di Kukes, padre Antonio Sciarra organizza un'assistenza di strada per la primissima urgenza. Un gruppo di 30 volontari, italiani e albanesi, offrono latte e cibo caldo, teli di plastica per ripararsi dalla pioggia, coperte, attenzione e ascolto, ai rifugiati che arrivano stremati dopo le vessazioni e l'interminabile coda oltre confine. I volontari Caritas organizzano nel campo degli "italiani" una scuola con maestri kosovari per 100 bambini e altri momenti di animazione. Hanno inoltre attivato un servizio sanitario coinvolgendo i medici kosovari. Tutti i giorni, alle 19, cristiani e musulmani si riuniscono per un momento di preghiera comune, leggono la Bibbia e il Corano, con canti e letture tratte dalle due tradizioni sorelle.

Gli uffici di Tirana della Caritas Albania sono nel frattempo impegnati in un grande sforzo logistico nello sdoganamento, stoccaggio e distribuzione degli aiuti provenienti dalle Caritas nazionali e diocesane di diversi paesi europei, in particolare dall'Italia. Dal 1° al 22 aprile sono stati sdoganati: 132 autoarticolati, 15 furgoni, 9 cargo aerei. Dove possibile, gli aiuti vengono comprati direttamente sul mercato locale.


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