Ed un giorno la Registration Authority si svegliò e decise sull'Internet italiana; decise che tutti avrebbero dovuto pagare per le sue fatiche; si accorse che Internet stava diventatando terra di conquista del mondo commerciale e decise ancora, scegliendo di assecondare esclusivamente questa tendenza...
Ma cominciamo dall'inizio.
A partire dal gennaio 1998, l'ente di registrazione dei domini internet
italiani, la Registration Authority Italiana (la RA), ha reso obbligatorio il
pagamento di una quota annuale per la registrazione e la conservazione di un
domino della gerarchia .it
I domini italiani .it, lo precisiamo, possono essere registrati solo da
aziende, attività commerciali, enti o associazioni.
Il dominio è uno strumento che consente di migliorare in maniera
drastica la proria presenza e visibilità su Internet. Grazie ad
un dominio, ad esempio, l'ipotetica associazione denominata assoc
può registrare il dominio assoc.it e presentarsi sul web con
l'indirizzo http://www.assoc.it, semplice ed immediato.
Stessi vantaggi si ottengono per le caselle di posta elettronica (ad es.
il presidente dell'assoc potrebbe usufruire della casella
presidente@assoc.it).
La Registration Authority italiana ha la responsabilità della gestione del Top level
domain .it (il cosiddetto TLD .it) e dell'assegnazione dei nomi a dominio
italiani (i domini .it). Le norme, secondo le quali la Registration Authority
Italiana opera, sono definite dalla Naming Authority Italiana (NA), un gruppo
di coordinamento “formato da esperti del settore accademico e commerciale”
(denominato ITA-PE), costituito nel 1994 come gruppo di lavoro UNINFO per
l'applicazione delle norme ISO 6523.
I criteri in base ai quali siano stati selezionati questi "esperti" si perde
nel tempo: non è viceversa ignoto il fatto che gli esperti del gruppo
originario siano presenti in maniera più o meno diretta in tutti gli
organismi decisionali relativi al Top level domain .it (Coordinamento della
Naming Authority, Comitato dei Contributori della Registration Autority,
Gruppo del Memorandum of Understanding).
Le attività della Registration Authority vengono svolte dal Consiglio
Nazionale delle Ricerche (il CNR) tramite un gruppo di tecnici del Reparto
Applicazioni Telematiche dell'Istituto IAT. In sostanza l'RA viene ad essere
una emanazione del CNR, ovvero una emanazione di un ente a finanziamento
pubblico.
Il costo dei domini, imposto dall'RA, ha lo scopo di coprire le spese dei
suoi macchinari e del personale impegnato presso l'ente di Registrazione.
La registrazione ed il pagamento di tali domini avviene generalmente
rivolgendosi a particolari Internet Service Provider
(ISP), i cosiddetti Maintainer (gli MNT), i quali
devono aver stipulato a loro volta con l'RA un contratto annuale per
poter eseguire attività di registrazone.
Cosa sono esattamente i Maintainer?
I Maintainer furono istituiti anni or sono dall'RA con lo scopo di definire
un gruppo di Internet Service Provider tecnicamente esperti, che
costituissero una interfaccia semplificativa tra l'ente di registrazione RA e gli
utenti finali, al fine di snellire le procedure stesse di registrazione.
Purtroppo questa interfaccia, che nelle intenzioni iniziali era
esclusivamente di tipo tecnico, ha assunto un ruolo determinante ed
incontrollabile nella definizione dei prezzi all'utenza finale dei domini.
Il meccanismo di registrazione di un dominio segue infatti questi passi: il registrante (il cliente finale che desidera registrare un dominio) paga al Maintainer a cui si rivolge, una cifra, spesso superiore al costo "vivo" del dominio (a volte anche superiore al milione); il Maintainer, da parte sua e secondo contratto, paga all'RA il costo netto del dominio (50.000+IVA a dominio per il contratto annuale del 1998, probabilmente 30.000+IVA dal 1999 in poi).
I Maintainer, per sottoscrivere ad inizio anno un contratto con l'RA, devono
aver già registrato almeno 30 domini nel corso dell'anno precedente (una
base garantita di lire 1.500.000+IVA); in caso contrario oltre a pagare in
anticipo un lotto di 30 domini che "presumibilmente" registreranno nel corso
dell'anno corrente,dovranno versare lire 1.500.000+IVA di "addestramento"
ricevuto dall'RA come "nuovi Maintainer".
Ricordiamo che inizialmente l'RA avrebbe voluto fissare una barriera, per
scremare i Maintainer esperti dai provider dilettanti, pari 60 domini con
un costo di 70.000 + IVA a dominio. Questo, nei fatti, si sarebbe tradotto
nel consegnare l'Internet italiana nelle mani dei grossi fornitori Internet
nazionali,
visto che in pochi avrebbero avuto la forza di reggere simili contratti,
e sarebbero così stati calpestati i diritti dei piccoli e medi Provider.
Un mare inaudito di proteste nella mailing list dei Maintainer, era la fine
del 1997, fece sì che questo tentativo venisse bloccato sul nascere. Per
correre ai ripari e probabilmente evitare future "rivolte" la lista dei
Maintainer venne in seguito trasformata in lista moderata (praticamente vi
scrive dentro solo l'RA...).
Un qualunque utente finale (ente, associazione o azienda) potrebbe registrare direttamente il proprio dominio presso l'RA, senza passare per un Maintainer, ma sarebbe costretto, secondo i regolamenti attuali, a sborsare una cifra pari a lire 750.000 (settecentocinquantamila!!!) + IVA (600.000 + IVA a partire dal 1999), una cifra astronomica ed assolutamente ingiustificata, sulla quale ci chiediamo come mai il Garante per le Telecomunicazioni non sia ancora intervenuto.
Tutti i contratti, RA-MNT oppure RA-Utente Finale, decorrono sempre da Gennaio, a causa delle malcelate difficoltà contabili dell'RA (con la conseguenza che chi registra un dominio verso la fine di un anno è costretto a pagare due volte il dominio nel giro di pochi mesi).
Ma chi stabilisce il costo netto dei domini?
Allo stato attuale i costi ed i termini dei contratti annuali tra RA ed MNT
sono stabiliti, in accordo con i bilanci e le esigenze di spesa dell'RA, dal
Comitato dei Contributori, a cui possono partecipare tuttii Mantainer.
Le riunioni del Comitato, paradosso di un ente cone l'RA che gestisce
anche posta elettronica, non si svolgono per via telematica ma
in riunioni dal vivo, a Pisa e Milano (con la conseguenza antidemocratica
che la rappresentanza dei Maintainer è di neppure 1/8 del numero effettivo).
L'RA afferma, tramite suo rappresentante, di non essere responsabile del
costo dei domini e dei ricarichi eccessivi eventualmente operati dai
Maintainer; dimentica però di aver essa stessa introdotto una figura
intermedia, tra cliente finale ed RA, il Maintainer, che introduce un
arbitrio incontrollabile in termini di costo finale del dominio.
Una figura, quella del Maintainer, per certi versi anche soggetta a molti
rischi, perchè ad inizio anno il Maintainer è costretto a pagare in
anticipo e di tasca propria il rinnovo dei domini registrati l'anno
precedente, anche per
clienti che magari chiuderanno bottega o si riveleranno insolventi.
Ma chi ha delegato la Registration Authority alla gestione del TLD .it?
"Sino a poco tempo fa la RA ha agito in nome e per conto del GARR (Gruppo
Armonizzazione Reti della Ricerca) in quanto l'utenza Internet italiana era
quasi esclusivamente una utenza scientifica e di ricerca. Con la presenza su
Internet di una utenza commerciale sempre maggiore, è stato deciso di
configurare questo servizio in maniera autonoma, ed è in corso da parte del
MURST (Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica) il perfezionamento
di questo ruolo affidato al CNR. Una decisione che va nella stessa direzione
è stata adottata anche dal gruppo di lavoro ITA-PE, nell'attesa di una
regolamentazione completa del settore da parte del Ministero delle Poste e
Telecomunicazioni".
Già! Che l'attuale RA gestisca il top level domain .it è un dato di fatto
"esistente e a conoscenza dell'UNINFO e della commissione TLC del Ministero
Poste e Telecomunicazioni";quest'ultimo non ha però ancora espresso parere
compiuto sull'attuale gestione, "ha" - probabilmente - "preso atto", non
intervenendo dunque sui possibili errori dell'RA.
Quali errori?
Riteniamo che un ente pubblico, al di là della necessità di copertura dei costi del servizio offerto, abbia il dovere di tutelare la crescita in rete di inizative culturali ed in particolare l'associazionismo NON-PROFIT con finalità di volontariato e/o umanitarie. Riteniamo abbia inoltre il dovere di attuare modalità di registrazione domini semplici e trasparenti, attualmente impedite da contorte ed inusuali complicazioni contrattuali (il meccansmo di registrazione italiano probabilmente non trova alcuna similitudine in nessun altro ente di registrazione al mondo).
Sulla base di queste considerazioni abbiamo chiesto fin dallo scorso anno che l'RA applicasse SCONTI sul costo dei domini, fornendo, se possibile, il dominio GRATUITAMENTE a tutti i gruppi NON-PROFIT che perseguano finalità culturali e/o umanitarie. i quali necessitino di entrare in rete con un proprio identificativo, al fine di migliorare la propria visibilità in rete.
I segnali di questi ultimi mesi indicano una preoccupante tendenza alla
commercializzazione della risorsa Internet, sfruttata quasi
esclusivamente come vetrina
pubblicitaria o per attività di compravendita elettronica.
Una tendenza nella quale i più deboli sembano soccombere inesorabilmnete
sotto la voce grossa di chi ha più soldi (si guardi il caso metro.it
nel quale l'associazione Metro si vedrà costretta a cedere il dominio ad
una catena commerciale di vendita di Personal Computer).
Mentre dunque l'AIIP, la più importante Associazione italiana di Internet Service Provider, che raccoglie sotto lo stesso cappello i grossi forntori nazionali di Internet antagonisti di Telecom Italia, si preoccupa del commercio elettronico, noi preferiamo sottolineare le emergenze di una telematica culturale, pacifista e di volontariato che potrebbe svanire di fronte alla commercializzazione brutale della Rete.
Ecco allora in sintesi quanto da noi richiesto a fine 1997 al rappresentante della Registration Authority:
VM> Se vogliamo che internet non resti un'accozzaglia di aziende e VM> che conservi anche la sua dimensione culturale e di strumento di VM> utilita' sociale, e' importante che si tenga conto anche di VM> questo settore, che la bozza ha totalmente trascurato, anche VM> con uno spirito che sembra andare in contrasto con recenti VM> e/o presumibili interventi legislativi in materia di tld VM> (l'idea del nonprofit-mnt misembra tutto sommato ragionevole).Riporto la risposta ufficiale ricevuta allora dal responsabile dell'RA, Ing Trumpy:
ST> Allora, le rendo noto che il CNUCE aveva proposto che all'interno ST> del contratto fosse introdotta una clausola relativa ad un Comitato ST> di indirizzo (cosi' lo avevamo chiamato) che aveva esattamente ST> lo scopo che lei suggerisce sopra e che non ci si e' trovati ST> d'accordo su come definirlo e come definire la rappresentanza ST> dei provider/maintainer. ST> Abbiamo optato allora per il Memorandum of Understanding ST> extracontratto che io non mi stanchero' di promuovere poiche' ST> ritengo che il CNR possa e debba svolgere anche questo ST> ruolo culturale.
Un anno dopo...
Dopo un anno, il nuovo contratto in via di approvazione, contariamente agli
impegni enunciati dal responsabile RA, continuerà ad ignorare totalmente il
mondo associazionistico e culturale presente sulla rete.
La Registration Authority stipulerà un nuovo contratto con i Maintainer, questa volta biennale (con decorrenza Gennaio 1999), nella cui stesura attuale manca ancora una volta qualsiasi riferimento al NON-PROFIT
Il Memorandum of Understanding (MoU) che si sarebbe dovuto attivare per affrontare anche i problemi del NON PROFIT, si è limitato ad un gruppo chiuso di circa 15 eletti (indovinate quali?) che non ha praticamente prodotto assolutamente nulla durante l'arco del 1998, per ammissione stessa dell’RA.
Ecco la deludente motivazione addotta dall'Ing Trumpy ad un anno dalla nostra precedente richiesta:
ST> La RA ininfluisce minimamente sul costo che sostiene l'utente finale; ST> infatti questi, in capo ad un anno, devono sostenere i costi per ST> il computer opportunamente attrezzato, l'abbonamento ad ST> Internet attraverso i provider, le spese telefoniche e magari ST> neppure vedono il costo diretto per la registrazione del nome; ST> per questi motivi il problema non e' stato sollevato ne' ST>da noi ne' dai maintainer presenti. [...] ST> la lista MoU e' stata concepita come chiusa con l'intenzione di ST> aprirla successivamente; il traffico su questa lista e' ST> risultato praticamente nullo e ertanto essa e' rimasta ST> chiusa e sostanzialmente non utilizzata;Quanto in realtà l'RA influisca pesantemente sui costi è facilmente desumibile dalla situazione sopra descritta.
Ancora Trumpy:
ST> che ci dimentichiamo della nostra natura pubblica lo dice lei gratuitamente
Non comprendiamo come l'RA, oltre a non aver tenuto fede agli impegni presi, decida di ignorare totalmente i doveri culturali e morali che le spetterebbero come emanazione di un ente a finanziamento pubblico.
Le ultime nostre richieste in materia vanno nella direzione di interruzione del "doppio passaggio"; si chiede che l'utente saldi direttamente con l’RA le 30.000+iva (non dunque 600.000 +iva) e poi ciascun Maintainer decida di applicare le sue tariffe come intermediario per le fasi tecnico- burocratiche di registrazione del dominio.
Abbiamo in sintesi proposto due possibili soluzioni:
Siamo ovviamente ancora in attesa di una risposta...
Nel frattempo abbiamo invitato tutti i rappresentanti di associazioni ed enti e
tutti i liberi cittadini che concordino con quanto sopra
esposto ad inviare una e-mail all'RA presso i seguenti
indirizzi e-mail:
Citta' e data Spettabile Registration Authority Il sottoscritto .............. (citare se rappresentante o sostenitore di associazione/gruppo/ente etc) chiede che l'ente di registrazione dei domini italiani, essendo emanazione di un ente a finanziamento pubblico, prenda in SERIA considerazione, nel prossimo contratto biennale da stipulare con i maintainer, il mondo NON-PROFIT culturale ed associazionistico con finalità sociali ed umanitarie. Il sottoscritto chiede in sostanza che l'RA applichi un forte sconto o se possibile la forma gratuita per la registrazione di domini richiesti da gruppi culturali e associazioni NON-PROFIT; chiede che garantisca loro la stessa presenza in rete e la stessa visibilità di organizzazioni puramente commerciali, per le quali ultime il costo del dominio rappresenta un peso economico ininfluente, e che si eviti, infine, la potenziale speculazione economica dei Maintainer nei confronti del mondo NON PROFIT. Cordiali Saluti nome, cognome ed e-mail